L’estrazione (o avulsione) dentale è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di un dente dall’alveolo, la naturale cavità ossea mandibolare/mascellare in cui alberga. Un dente viene sottoposto ad un’estrazione quando, per motivi patologici od impedimenti fisici, la permanenza nella sua sede naturale creerebbe un danno maggiore. È bene sottolineare, tuttavia, che un dente viene estratto esclusivamente quando necessario, e solo se non può essere salvato o trattato mediante altri metodi conservativi (es. devitalizzazione, otturazione, apicectomia). Discorso differente, invece, per i denti del giudizio: ad eccezione degli altri denti, i terzi molari possono essere estratti anche in assenza di patologie od infezioni dentali in atto, dunque a fini preventivi per evitare possibili disturbi futuri (es. malocclusione dentale, denti storti, mal di denti, infiammazione gengivale ecc.).
Quando e perché è necessaria
Ad eccezione dei terzi molari, i denti dovrebbero essere estratti nelle seguenti circostanze:
- Denti gravemente infetti da carie profonde, pulpiti od ascessi dentali e non trattabili mediante altri metodi conservativi: l’estrazione si rivela l’unica (ed estrema) soluzione pensabile per prevenire la diffusione dell’infezione negli altri denti vicini o nelle strutture ossee/gengivali attigue.
- Denti colpiti da granuloma o cisti dentali non curabili mediante apicectomia: l’estrazione dentale si rivela la sola alternativa possibile per prevenire il rischio di espansione dell’infezione all’osso portante o, ancor peggio, al sangue (setticemia).
- Denti pericolosamente scheggiati che non possono essere recuperati mediante interventi di ortodonzia.
- Piorrea avanzata: in simili circostanze, l’avulsione di uno o più denti può essere necessaria per prevenire un eventuale, possibile, peggioramento dellamalattia parodontale o la perdita spontanea di un dente permanente.
- Affollamento dentale non rimediabile mediante metodi ortodontici (apparecchio dentale).
- Denti soprannumerari: nella dentizione permanente compaiono più di 32 denti. Questa condizione richiede l’estrazione dei denti superflui perché motivo di malocclusione dentale e denti storti.
- Inclusione dentale: il dente è totalmente o parzialmente intrappolato nella gengiva e, non completando il suo cammino di crescita, crea dolore od altera l’allineamento armonioso della dentatura. L’inclusione dentale richiede spesso l’estrazione del dente imperfetto, seguita poi dall’autotrapianto dello stesso dente in posizione corretta.
- Mancata caduta dei denti da latte entro i tempi fisiologici stabiliti: quando tarda a cadere, un dente da latte può ostacolare il corretto sviluppo dei corrispettivi denti permanenti, ponendo le basi per una malocclusione dentale o per l’inclusione dentale.
- Chemio-radioterapie che richiedono l’estrazione di un dente. Indipendentemente dalle indicazioni sommarie appena descritte, spetta poi al giudizio dello specialista stabilire se procedere o meno con l’estrazione di un dente. Ricordiamo, infatti, che pur essendo un intervento di routine per il dentista che lo esegue, l’avulsione dentale è comunque un’operazione chirurgica a tutti gli effetti che come tale comporta rischi.
Estrazione semplice e chirurgica
Un dente può essere estratto secondo due modalità differenti:
- Estrazione semplice (intervento di avulsione più comune): viene eseguita su un dente ben visibile e totalmente erotto attraverso la gengiva. Il dentista, dopo aver accuratamente anestetizzato il dente malato/problematico, estrae semplicemente il dente con appositi strumenti (elevatore e pinza), esercitando una pressione più o meno importante su di esso.
- Estrazione chirurgica: intervento di avulsione più complesso, eseguito su denti inclusi o non facilmente accessibili (sono ancora parzialmente o completamente coperti dalla gengiva). L’estrazione chirurgica del dente richiede un’attenta e precisa incisione preliminare sulla gengiva, indispensabile per creare un ingresso da cui accedere più facilmente al dente. Non è raro che un elemento dentale particolarmente ostico da rimuovere necessiti della rimozione di alcuni frammenti di osso ad esso circoscritti. In questi casi, il dente problematico può essere suddiviso in più sezioni per agevolarne l’avulsione. L’intervento può essere eseguito in anestesia locale (nello studio dentistico) o generale (in ambito ospedaliero).